sabato 8 novembre 2014

Percezioni



Peso di stamattina: 52,6

L'anno scorso in questo periodo pesavo sui 60 chili, durante l'inverno ho raggiunto anche i 63.
E così gli anni prima: 62-63 chili d'inverno, 59-60 d'estate.
Pensavo che non sarei potuta mai scendere sotto i 59 chili visto che il conteggio calorico e l'eliminazione di molti cibi c'è sempre stata, da 4 anni a questa parte.
E invece no, eccomi qui con 52,6 chili e la sensazione di essere sempre sul solito peso; cambia solo il 5 davanti, ma neanche lo noto.
Mi guardo allo specchio, mi vedo sempre uguale.
Stesse paranoie, stessi vestiti che penso di non potermi permettere.
Indosso un paio di pantaloni e mi chiedo se mi facciano "effetto salsicciotto".
Sono pur sempre una pera; ho pur sempre i fianchi larghi, le cosce robuste.
Certo, ora il metro dice che le cosce hanno una circonferenza massima di 50 cm, non più di 58-60.
Certo, mi dice anche che all'altezza dei glutei la circonferenza è 95 cm - le ossa non posso piallarle, purtroppo - e non più 102-103.

Ma a che serve se io questo cambiamento non lo vedo?
A che serve se in mezzo agli altri mi sento sempre enorme, ingombrante?
A che serve se quando cammino per strada penso che gli altri notino come ballonzolano le mie cosce, che pensino che sono una culona?
A che serve se quando qualcuno mi guarda, anche solo di sfuggita, spero con tutta me stessa che non noti il mio fisico?

Una volta ho detto al mio psicologo che uno dei miei più grandi desideri sarebbe potermi vedere dall'esterno.
Quanto vorrei vedermi in mezzo agli altri, per capire se la mia presenza è davvero così fastidiosa, se la mia voce è così orribile come mi sembra, se il mio viso sembra davvero così scimmiesco come lo vedo io quando mi esamino allo specchio da ogni angolazione.
E mi capita di fissare le altre ragazze per strada (prima o poi mi prenderanno per lesbica) e cercare di capire a chi assomiglio io, quale sagoma mi rappresenta meglio.

Sarebbe più semplice essere solo pensiero, senza fisico, senza voce, senza volto.
Potrei esprimermi senza la paura che quello che dico sia ignorato perché le persone sono troppo impegnate a sopportare il fastidio della mia presenza.

E mi viene in mente un album che parla di persone, di personalità, di unicità.
Un album che ascolto quando ho bisogno di riflettere.
"Non al denaro, non all'amore né al cielo", capolavoro di De Andrè.
Vi lascio con una frase tratta da una delle mie canzoni preferite.

"Tu prova ad avere un mondo nel cuore
e non riesci ad esprimerlo con le parole"

2 commenti:

  1. Sarebbe più semplice essere solo pensiero, senza fisico, senza voce, senza volto.
    Non sai quante volte l'ho pensato anch'io, e questo anche prima e a prescindere dal disturbo alimentare.

    Perché tanta bellezza dentro involucri mediocri, o persino sgangherati, deformi?
    Perché tanta insignificanza dentro involucri fatti di velcro, che si attaccano agli occhi?

    Però...
    pensa che con il corpo che hai:

    puoi aspirare il profumo della vita,
    allungare un braccio per tentare di afferrarla,
    percorrere (a volte di corsa, a volte strisciando) il tuo sentiero.

    E soprattutto, tendere una mano... e sperare, sapere che un'altra la stringerà.

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  2. Gli altri sognan se stessi, e tu sogni di loro.
    Come sempre mi ritrovo in tante cose che dici Gly, anche io sai guardo continuamente le altre e mi chiedo a chi assomiglio, come sono fatta...a volte chiedevo alle amiche di dirmi se ero come una tale ragazza che passava , ma ho smesso perché mi sentivo una cretina. Eppure,quanto vorrei guardarmi per una volta con occhi altrui.
    Sai, credo che cambiare le nostre percezioni sia estremamente difficile, così come essere un po' indulgenti con noi stesse. Eppure, tentare è già un passo importante!
    Continua a provare..ricorda anche che "primavera non bussa,lei entra sicura, come il fumo lei penetra in ogni fessura": e l'auto accettazione, la serenità, la giusta consapevolezza di te prima o poi arriveranno. Un abbraccio!

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