martedì 23 dicembre 2014

Simpatica l'abbuffata a 2 giorni da Natale.

Ieri, dopo pranzo.
Mamma esce, io dopo un'oretta sarei andata in biblioteca per poi vedermi direttamente la sera con il mio ragazzo e fare in teoria un apericena insieme.
Mi preparo una tisana (lo faccio sempre dopo pranzo).
Mentre aspetto che l'acqua bolla assaggio un biscotto che abbiamo fatto con mamma domenica.
Un fallimento, sono venuti duri come la pietra, ma io ho un debole per le cose croccanti, odio il cibo morbido.
Ne prendo uno piccolo.
Guardo l'ora, c'è ancora tempo.
Penso a cosa posso portarmi per merenda, penso al pomeriggio di studio che mi aspetta e alla stanchezza che avrò addosso la sera.
Mangio una mela piccolina, tanto non mi va di portarmela in biblioteca.
Ho ancora voglia - ne mangio un'altra bella grande, tanto la merenda ormai è saltata e con quella sono nelle normali calorie a cui sarei arrivata prima di cena.
Cavoli - sono le 2 e minimo fino alle 8-8.30 non toccherò cibo e tra l'altro probabilmente non lo toccherò neanche a cena perché non mi convincono mai i cibi dei buffet.
Formaggio - prendo, taglio una fettina sottilissima, neanche la peso.
Prendo tutta la scatola con i formaggi, taglio e mangio, taglio e mangio.
Riprendo i famosi biscotti, Dio quanto sono buoni nella tisana.
3,4,5.
Fette biscottate.
Finisco di bere la tisana, sono in ritardo.

Cazzo, mi sono abbuffata.
Okay, non importa - oggi è andata, adesso fatti coraggio, vai in biblioteca e stasera mangia qualcosina, bevi un bicchiere di vino e fregatene.

Mi vesto, esco...
Il problema è che io dopo un abbuffata magari penso "non importa, ormai è fatta".
Ma poi passano le ore e mi viene il mal di pancia.
Passano le ore e mi viene il rifiuto totale del cibo, sento che è completamente impossibile che io riesca a mandar giù qualsiasi cosa.
Mi vedo con il mio ragazzo, salta l'apericena perché non c'è posto e giriamo per cercare un posto dove fermarci.
Entriamo in un "bistrot" che fa quasi solo fritti (che non mi piacciono neanche normalmente, figuriamoci in quel momento); guardo il menu, non c'è niente per me - meglio così, sarebbe stata una forzatura.
Il mio ragazzo ordina per sé e mi chiede perché non prendo neanche un'insalata.
"Non la fanno!" gli rispondo sorridendo.
Chiama il cameriere dicendogli che non mi sento bene e se fosse possibile avere un insalata.
Dico al cameriere che non ce n'è bisogno e fulmino lui; scende una lacrima, corro in bagno.
Piango, mi sforzo di piangere, di buttare fuori quel nodo alla gola.
Dopo la serata è andata meglio,  volevo solo essere coccolata e così è stato.

Mi sono abbuffata a due giorni da Natale, ma ho capito quanto ho bisogno di piangere.
La prossima volta proverò a piangere invece di mangiare.

4 commenti:

  1. Ma se piangi perché hai mangiato, Gly... che soluzione è piangere per non mangiare?

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    1. Perché io non piango per aver mangiato...Altrimenti avrei pianto subito, no?
      Il mio non cenare dopo l'abbuffata non è stato dettato dal senso di colpa, avrei voluto riuscire a mangiare qualcosa, ma non posso proprio a livello fisico - il mio corpo si rifiuta.
      Penso che il pianto sia stato uno sfogo della tensione accumulata, che avevo provato a soffocare con il cibo, inutilmente.
      Con la frase "proverò a piangere invece di mangiare" intendo dire che vorrei riuscire a sfogare, a buttare fuori, invece di tentare di soffocare tutto dentro :)

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    2. Oh, ora ho capito meglio! :) Però posso permettermi di dire che questa scena in cui tu annunci tronfia che di insalate non ne fanno, il tuo ragazzo insiste per fartela prendere e tu lo fulmini e poi piangi... è davvero triste?
      C'è questa cosa di te che non riesco ad afferrare: sei piuttosto propositiva, incline ad imparare dalla tua esperienza e positiva. Spesso dici "oggi è andata così, ma la prossima volta ho capito che proverò a fare quest'altra cosa" - ed è un atteggiamento splendido. Ma alcune conclusioni che trai a me sembrano stridere con questa volontà di stare meglio. Quella di oggi, ad esempio. Dover rifiutare persino un'insalata perché più o meno psicosomaticamente non ci si sente più in grado di mangiare... e poi farsi scattare una lacrima, proprio in quel momento, mi sembra che suggerisca che almeno parte di quella tensione di cui parli derivi proprio da un precario equilibrio di concessione/privazione che dai al tuo corpo. Il tuo cruccio principale mi sembrano le abbuffate, quando, non me ne volere, a me paiono il male minore finché le affronti con la mentalità di oggi ("Okay, non importa - oggi è andata, adesso fatti coraggio, vai in biblioteca e stasera mangia qualcosina, bevi un bicchiere di vino e fregatene"), e si tratta di cibo sano in moli non ingenti... mi chiedo invece quanto ti stai concentrando su quell'obiettivo di poterti "potermi buttare nella vita e avere le energie per farlo", di cui parlavi qualche post fa?
      Non voglio suonare insinuatrice, me lo chiedo perché auguro a chiunque di essere sano, in più mi stai simpatica e ti ritengo una bella persona. Forza, un abbraccio!

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    3. Effettivamente non capisco bene il motivo di questo meccanismo che mi scatta, spesso appena dopo un'abbuffata - soprattutto se non di sera - inizialmente l'atteggiamento non è negativo... Nel senso che dico "bon, ormai è fatta, non farti condizionare".
      Lo stesso è successo il giorno del mio compleanno (mesi fa, è per riportare un esempio)...
      Sono partita con il "sti cavoli, è il mio compleanno quindi stasera mangio anche la pizza con le mie amiche e non mi faccio problemi!"
      E poi passano le ore e man mano sento il mio corpo incapace di assumere cibo.
      Proprio incapace, rifiuto, nein.
      Quel giorno avrei davvero voluto mangiare la pizza con loro, tra l'altro abbiamo finito per ordinarle alle 10 quindi erano passate almeno 7-8 ore dall'abbuffata, avrei dovuto aver digerito almeno!
      Loro me l'hanno anche ordinata di nascosto, quindi era uno spreco non mangiarla...
      Ma non ci riesco proprio e (almeno a livello razionale) non per sensi di colpa!
      Se mi abbuffo sono letteralmente incapace di assumere cibo almeno fino alla mattina dopo, anche se è successo a inizio giornata, anche se mi sono mossa tutto il giorno.
      Ps: non preoccuparti mai di dirmi ciò che pensi, sono una persona istintivamente un po' permalosa, ma che poi riflette su quello che le viene detto; soprattutto da persone che, come ho constatato, hanno una testa ben funzionante :)

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